LA METEOROLOGIA E' UNA SCIENZA?
27 Giugno 2000
Riceviamo una lettera , che pone una domanda inquietante, significativa di quanto ancora sia lunga la strada da compiere.  Risponde Luca Mercalli, Presidente della SMS

"Vi chiedo gentilmente se potete risolvere un mio dubbio, che attanaglia me ed alcuni miei amici:la meteorologia come si pone nei confronti della scienza? Io sostengo che non sia una scienza, ma un calcolo di previsione basato su alcuni fenomeni atmosferici, quindi assolutamente non esatto, ma con un margine di errore ancora molto elevato."


Prima di tutto la risposta: la meteorologia E' UNA SCIENZA, anzi è la sintesi di alcune tra le più pure e deterministiche scienze esistenti: la matematica e la fisica, che nell'ambito dell'atmosfera vengono semplicemente applicate all'aria e ai suoi movimenti (fluidodinamica) e agli scambi di energia (termodinamica).

Quindi, sentir dire che la meteo "non sia una scienza" è motivo di
grande tristezza!
Come sarebbe possibile infatti operare un "un calcolo di previsione basato su alcuni fenomeni atmosferici" senza conoscere le leggi che li governano? Di fatto questa sarebbe la pura applicazione della statistica, del tipo, dopo trent'anni di rilevamenti vedo che il 27 giugno si è avuta pioggia nel 70 per cento dei casi, e allora "si azzarda" una previsione dicendo che pioverà (e quindi con una probabilità di sbagliare del 30 per cento). La possibilità che il 27 giugno piova o faccia sole, è quindi del tutto casuale.

Invece, la scienza meteorologica compie una vera e propria simulazione fisica dell'atmosfera, eseguendo i calcoli delle trasformazioni termiche e dinamiche con equazioni estremamente complesse che necessitano di alcuni tra i più potenti calcolatori oggi esistenti (tipo il Fujitsu installato al centro MeteoFrance di Toulouse, che esegue 300 miliardi di operazioni matematiche al secondo).

Il fatto di ritenere il risultato della previsione numerica del tempo "assolutamente non esatto, ma con un margine di errore ancora molto elevato", è giustificato dalla difficoltà di misurare le caratteristiche dell'atmosfera su tutta l'enorme superficie terrestre (compresi oceani e terre disabitate) e per 30 km di spessore. Inoltre, poiché non è possibile applicare le leggi fisiche (precise e "scientifiche") a tutte le molecole d'aria (sarebbero necessari secoli di calcoli!), i modelli di simulazione sono costretti a semplificare l'atmosfera in cubetti di 5-10 km di lato.  Questa limitatezza nell'ottenimento dei dati di base fa sì che le previsioni restino tali (e non siano certezze) e che la loro validità non oltrepassi i 3-5 giorni, ma il processo è tutto estremamente "scientifico". 

Oggi la qualità della previsione seria (non quella diffusa da certi giornali o TV, ma proveniente dai servizi internazionali e nazionali che la elaborano direttamente), è del 90% su 24 ore e decresce fino al 70% su 48-72 ore, quindi sempre superiore alla casualità del lancio di una moneta, che è del 50%.

Insomma, si tratta di risultati ben superiori a quelli ottenuti in altri campi senza dubbio attribuiti alla "scienza", ovvero la medicina (ogni giorno si fanno molte diagnosi e cure sbagliate e la gente continua a morire...), o dell'economia (i modelli matematici di previsione dell'andamento dei mercati finanziari, sbagliano molto di più della meteorologia, in quanto basati più sul mutevole umore dell'umanità che sulle leggi fisiche che governano l'atmosfera...).

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