DESCRIZIONE (a cura dell'Editore)
Lo studio dei climi delle epoche passate è ad tempo argomento di ricerca. Le testimonianze raccolte da fonti come la cronaca e i diari sulla rigidità o mitezza degli inverni, sulla piovosità estiva, sulla data delle semine o della vendemmia, sull'area di espansione di alcune culture (in particolare la vite) o l'avanzamento dei ghiacci hanno fornito materia per alcuni tentativi di ricostruire le relazioni tra mutamenti climatici e vicende dell'insediamento umano. Nella storia delle società europee grandi sconvolgimenti negli equilibri economici e demografici (la Crisi del Trecento ad esempio) sono stati collegati a fenomeni di raffreddamento del clima (la piccola età glaciale). Nonostante la suggestione delle interpretazioni avanzate, la frammentarietà e il carattere per lo più qualitativo delle testimonianze raccolte hanno sinora indotto a sollevare dubbi non solo sulla catena di relazioni casuali identificate, ma sulla stessa cronologia dei mutamenti.
"Storici e climatologi - osserva T.K. Rabb - si trovano oggi in una situazione di molto simile a quella di Ranke quando iniziò i suoi studi di storia diplomatica: cioè prima che essi passino alle mosse successive, devono stabilire una cronologia di base". A tal fine prezioso si rivela lo sviluppo di una documentazione di carattere oggettivo e quantitativo, per la quale indispensabile è apparso di recente il contributo di chimici, astronomi, paleobotanici, metereologi, fisici oltreché di cultori di discipline storiche.
Frutto di un'opera collettiva di ricerca promossa dal "Journal Interdosciplinary History", il volume offre un quadro dei nuovi orizzonti aperti a un campo di studio interdisciplinare rimasto fino ad ora poco esplorato.
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